SILVIO PELUFFO

E ‘ risaputo che il mondo della Civiltà delle Immagini “, racchiude una miriade infinita di opere che vanno dai graffiti e pitture rupestri dipinte da ignoti artisti vissuti parecchi millenni fà nel Sahara, per arrivare ai giorni nostri con opere che esaltano magistralmente soprattutto la pittura e la scultura.

Se si dovesse fare un elenco di tutti coloro che hanno scolpito la materia nei cinque continenti o dipinto su rocce, legno, tela ecc., da quei tempi fino ad oggi, non basterebbe una intera enciclopedia di notevoli dimensioni.

Sta di fatto che da alcuni millenni, storici e critici d’arte si prodigano a commentare positivamente o negativamente le opere della maggior parte di coloro che in un modo o in un altro hanno scelto di operare in questo mondo, spinti soprattutto dalla loro forza di volontà e doti naturali non comuni che spesse volte per trovare una definizione delle loro qualità diciamo che si tratta di artisti nati; in inglese “ gite “ ossia che hanno un il “ dono “ bene inteso naturale di operare in tal senso.

Questo è il caso di una pittrice che seguo da parecchi anni, e che giorno dopo giorno è riuscita a realizzare dei quadri che meritano di essere ammirati, perché proprio nel mondo della “ Civiltà delle Immagini “ rappresentano un arricchimento sorprendente visto che si tratta di opere pittoriche portate a buon fine sulla spinta di una volontà indomabile e di una bravura non comune nel comunicare a se stessa ad agli altri tutto ciò che di bello e di grande alberga da sempre nel suo animo proprio di “ artista nata “.

I fiori, bene inteso interpretati alla sua maniera, hanno rappresentato il primo approccio alla pittura ottenendo echi talmente positivi da invogliarla a trovare altre soluzioni quale ad esempio l’utilizzazione di materie varie impastate con i colori più vivaci e di  diverse tonalità che hanno consentito di ottenere degli effetti che si possono definire a chiazze che colpiscono tutti coloro che li osservano perché portano un messaggio immediato che colpiscono il profondo del cuore.

Si può dire anche che si tratta di quadri all’insegna del bello che creano a volte anche un senso di turbamento, oppure una autentica emozione.

I vari soggetti esposti in una nuova mostra incalzano il visitatore perché grazie anche alle già citate tecniche a rilievo, Pilar realizza volti, nudi, porte, tavoli, nature morte dei generi più diversi che formano un insieme decisamente armonioso nel senso che esprimono la gioia o il travaglio di questa pittrice venuta dal nord con un “ messaggio “ molto personale che merita di essere ammirato e valutato per come merita.

            Galleria Antiquariato ed Arte “ Le Myricae” Roma 16 Marzo 1990

            Mostra personale Danuta Ewa Pilarczyk in arte Pilar

 

SILVIO PELUFFO

Libero Docente Storia dell’Arte e Filosofia

Regista

Direttore per la Fotografia

Giornalista – Esploratore

                                Accademico Arte e Scienze Cinematografiche di

                              Hollywood - USA

Accademico del Mediterraneo

Accademico di Paestum

Accademico del Turismo Euro-Afro-Asiatico

Accademico del Tetradramma