ILEANA TOZZI

 DÌ

PERPETUA PILAR

 

 

 

 

Conosco troppo poco di Perpetua PILAR per poterne tracciare un profilo biografico, per delinearne una poetica.

Eppure, il suo nome che evoca spazialità remote sollecita associazioni mentali, le sue bambine dai cromatismi violenti incuriosiscono problematicamente.

La vis poetica di Perpetua si esprime con tonalità intense, contrastanti che simbolicamente danno colore ad un conflitto latente in un mondo che divinizza l’infanzia nell’atto stesso di reificarla, in un contesto di vita che non ammette innocenza , che corrompe e contamina, massifica e mercifica, queste immagini di bambine solo apparentemente stereotipate sigillano un discorso denso di significati che l’artista affida al senso sicuro che scontorna le immagini, alla tavolozza intensa che restituisce colore a quanto è grigio, scialbo, squallido.

Della pittura di Ewa Danuta PILARCZYK, questo il nome di Perpetua, mi pare si possa offrire indubbiamente una lettura al femminile: nel segno e nel gesto, nell’intensità delle tematiche sospese nello spazio vuoto che fa da fondale ai suoi personaggi (ritratti ? autoritratti ?), l’artista affronta le problematiche proprie dell’elaborazione  più coerente della differenza sessuale recuperando attraverso le sue bambine una genealogia al femminile, ricostruendo un ordine simbolico non mutuato né mutuabile dalla cultura/pittura egemone, rigorosamente, tradizionalmente maschile.

Questo mi è parso di cogliere nelle poche, intense opere di Perpetua che ho avuto l’opportunità di conoscere: tracce di una pittrice che comincio ad amare, di una donna che vorrei avere  come amica.

 

 

 

 

                                      Ileana TOZZI

 

 

                      20 Febbraio 1992 Rieti